Lettera di Alessia
Alexias T. Abba 28 luglio 1.43.19
Carissimo professore, ho un dubbio che mi attanaglia da tempo. Chi, se non Lei, potrebbe risolverlo?
Lei attribuisce la nascita della proprietà privata alla scoperta della funzione dello sperma, con conseguente rivendicazione della paternità, da cui patriarcato e proletariato.
Afferma poi che la Bibbia, in quanto Libro patriarcale, legittima la proprietà in più versetti -ad esempio nel Settimo Comandamento o in Matteo 22,21-. Giusto!
Ma io credo ci sia un abisso tra possesso e accumulo. Non attribuisco tutti i mali del mondo alla proprietà in sé, ma al suo accrescerla oltre ogni bisogno.
Il Buddhismo ci invita al Non Attaccamento, al vivere anche attraverso la materia però senza lasciarsene condizionare. Non è da meno la Bibbia stessa, la quale in più passi ci invita a fare "come i gigli del campo" e "gli uccelli del cielo", a non preoccuparci del domani perché "a ogni giorno basta la sua pena".
Inoltre rammenterà senz'altro l'episodio della Manna: questo alimento divino doveva essere raccolto secondo il bisogno, la parte raccolta e non consumata sarebbe infatti marcita col sorgere del nuovo giorno. Non ultimo il concetto di Giubileo nella Bibbia, e ancora tanti altri passi.
In realtà penso che tutte le religioni legittimino il comodato d'uso, non la proprietà.
In natura non mi pare esista l'accumulo. Un predatore va a caccia quando ha fame. Uno scoiattolo accatasta scorte, sì, ma solo in vista del letargo. Tutto è funzionale in natura, tranne forse il comportamento umano.
Dai suoi video però mi pare di capire che Lei non faccia tanta differenza tra uso e abuso della proprietà. Sbaglio? Mi piacerebbe sapere come la pensa. Inoltre le sarei grata se potesse aiutarmi a trovare l'anello mancante tra nascita della proprietà privata e "tesorizzazione". Grazie. Tanti cari saluti, Alexia
Alexias T. Abba
Video DIO DENARO link http://www.youtube.com/watch?v=_mHXon22G9w
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