È Tacloban, nelle Filippine centrali, la città-martire del ciclone Hayian. Un centinaio i morti confermati, ma i soccorsi parlano di decine di corpi che segnano il percorso del peggiore ciclone della storia di questo paese con venti che hanno superato i 300 km/h.
Le Filippine sono abituate a fortissime tempeste essendo il primo bastione di terraferma che i tifoni che si formano nell’oceano pacifico, incontrano. Nessuno però sembra avesse previsto una violenza del genere. Gli evacuati sono quasi un milione perché migliaia di persone non sono censite e vivono in catapecchie di fortuna. È saltata la rete elettrica e quella telefonica, senza contare che alcune delle località colpite da Hayian appena un mese fa erano state scosse da un violento terremoto che aveva fatto centinaia di morti.
Almeno 12 milioni le persone interessate dal passaggio del ciclone che dovrebbe diminuire la sua intensità una volta sul mar cinese meridionale.
Ogni anno le Filippine sono colpite da una ventina di tempeste di varià intensità. Hayian quest’anno è la numero 24. Come lui nessuno mai in termini di violenza. E gli abitanti della regione sperano che questo sia l’ultimo disastro del 2013.