Nessuna sorpresa dell’ultimo minuto al vertice di Vilnius: l’Ucraina non ha firmato l’accordo di associazione con l’Unione europea.
Le pressioni di Bruxelles non sono bastate a vincere la resistenza del presidente Yanukovich, a sua volta determinato a non mettere in discussione il legame strategico del suo paese con Mosca.
Dal canto suo, Bruxelles aveva fino alla fine insistito con Kiev:
“Vogliamo rapporti strettissimi con l’Ucraina, in particolare sul fronte economico. Molto può essere fatto insieme a vantaggio degli ucraini e dell’Unione europea. Naturalmente tocca all’Ucraina decidere cosa fare, e ci sono già stati confronti col presidente Yanukovich. Voglio solo aggiungere che la porta dell’Unione europea è aperta”
Una porta che verrà valicata solo da Georgia e Moldavia, per ora i soli paesi ex sovietici ad accettare un accordo di associazione con i paesi dell’Unione europea.
Apertamente negativo il commento della presidente lituana Grybauskayte, che non aveva fatto mancare i propri sforzi per convincere l’Ucraina.
“Credo che siano gli ucraini quelli delusi, non l’Europa. Credo che la leadership ucraina oggi abbia scelto una strada che non porta da nessuna parte”.
A sostenere fino alla fine l’opzione europea tra gli ucraini, erano rimaste, in nottata, le centinaia di persone mobilitate con bandiere dell’Unione e i cratelli rivolti al presidente: “Yanukovich, firma”