“Esportiamo cocaina in altri Paesi e ora traffichiamo esseri umani. Ho deciso di tirarmi fuori da tutto questo”: sono pesanti affermazioni quelle del ministro degli Esteri della Guinea-Bissau.
Delfim da Silva ha presentato le sue dimissioni, dopo lo scandalo dei 74 rifugiati siriani, tra cui numerosi bambini e una donna incinta, fatti imbarcare dall’aeroporto della capitale africana verso Lisbona con falsi passaporti turchi.
Da mercoledì la TAP, la compagnia aerea di bandiera portoghese, ha sospeso i collegamenti diretti fra i due Paesi.
Dopo aver espresso il suo sdegno, in un’intervista, il ministro ha ricostruito il viaggio dei rifugiati, sottolineando come siano arrivati a Bissau passando dal Marocco.
In queste ore la polizia ha arrestato un uomo che avrebbe fatto da intermediario.
Il Capo della diplomazia europea Catherine Ashton ha detto che un autorevole personaggio del governo locale, accompagnato da militari, avrebbe esercitato pressioni all’aeroporto perché non venissero respinti i 74 passeggeri, i cui passaporti erano visibilmente falsi.
Secondo alcuni media portoghesi si trattava del ministro dell’Interno della Guinea-Bissau.