Mostra i muscoli il premier turco Recep Tayip Erdogan. Venerdì sera il suo partito ha organizzato una convention a Istanbul per fare sentire meno solo il leader dell’AKP. Il suo esecutivo perde pezzi con defezioni eccellenti, mentre l’esercito annuncia di volersi tenere fuori dal terremoto politico-finanziario generato dallo scandalo sui presunti casi di corruzione che investono il governo.
Erdogan è convinto di essere oggetto di una perseucuzione giuridico-mediatica e si appella al popolo, unica istanza riconosciuta. Superiore alla magistratura: “La sovranità appartiene al popolo, non ai giudici e neppure al governo. La magistratura pagherà il tentativo di sottrarre al popolo questo diritto”, ha detto.
Una minaccia in piena regola dopoché, sempre venerdì il Consiglio di Stato, che in Turchia è organo della magistratura, ha deciso di sospendere il decreto che imponeva alla polizia di informare tutta la gerarchia e la politica prima di un arresto. Nelle stesse ore in cui l’Akp celebrava Erdogan a poche centinaia di metri, a piazza Taksim, l’opposizione tornava a farsi sentire chiedendo le dimissioni del primo ministro. Con la polizia che ha risposto in modo violento con cariche, lacrimogeni e proiettili di gomma.