Si chiama ‘treno della libertà’ ed è partita dalla stazione madrilena di Atocha la manifestazione contro la riforma dell’aborto varata dal governo spagnolo.
Lanciata da due associazioni femminili asturiane, la protesta è stata raccolta da centinaia di associazioni, e le manifestanti sono giunte da tutto il Paese.
“Sono qui perché questo Paese sta andando indietro sui diritti delle donne. Il governo vuole rendere un crimine qualcosa che non dovrebbe esserlo. Pensavo che ci fossimo messi questa cosa alle spalle da un pezzo”.
“Questa legge è contro tutte le donne e riapre la porta all’aborto clandestino. Così, oltre a rischiare la vita diventiamo delinquenti”.
Con il governo Zapatero, la legge spagnola sull’aborto era divenuta una delle più permissive: l’esecutivo centrista di Rajoy la rende invece una delle più restrittive, legalizzando l’aborto solo nei casi di violenza sessuale e di pericolo per la salute fisica e psichica della madre. Nei casi di malformazione, l’aborto è consentito solo se questa è incompatibile con la vita.
La riforma deve passare il vaglio del Parlamento, dove il Partito Popolare ha un’ampia maggioranza.
manifestazioni a sostegno delle donne spagnole si sono tenute di fronte ad ambasciate e consolati in vari Paesi: in Italia, Roma, Milano, Firenze e numerose altre città.