La settimana che ha cambiato la storia dell’Ucraina si conclude con l’omaggio a coloro che sono morti per questo. I tre giorni di lutto, da venerdì a domenica, ricordano quello che qui viene chiamato “il centinaio celeste di Maidan”, le circa 100 vittime della protesta.
Mentre depongono fiori tra le lacrime, i presenti consegnano gli avvenimenti degli ultimi giorni alla memoria delle future generazioni.
“Non si può esprimere a parole tutto il dolore ogni ucraino sente in questi giorni” sottolinea una ragazza. “Le vittime saranno sempre ricordate, saranno sempre nei nostri cuori, parlerò di loro ai miei figli e ai miei nipoti. Il dolore è così grande. Sapevano di affrontare la morte per la salvezza del nostro futuro. La storia non li dimenticherà mai.”
Le campane suonano nella cattedrale di San Michele, dove medici e infermieri volontari hanno curato i feriti che temevano di essere arrestati se si fossero rivolti agli ospedali.
Le foto delle vittime rivelano una sorta di mausoleo improvvisato. Ed è in questo momento di cordoglio, superata la fase concitata degli scontri, che l’Ucraina può riflettere su come sia stato possibile arrivare a una contrapposizione tanto cruenta.