La giornata di mobilitazione pacifica nazionale organizzata da studenti ed opposizione venezuelana a Caracas si conclude con duri scontri tra polizia e manifestanti. Nel resto del Paese 3 persone sono rimaste uccise a colpi d’arma da fuoco portando a 25 il bilancio delle vittime in un mese di proteste.
“Com‘è possibile che ci attacchino così?” denuncia una studentessa. “Le forze dell’ordine ci dovrebbero difendere! Siamo stanchi, si ripete ogni giorno. Veniamo per protestare ma ce lo impediscono e ci minacciano”.
La capitale venezuelana ieri ha visto scendere in piazza non solo le opposizioni antichaviste ma anche i sostenitori del Presidente Nicolás Maduro:
“Io sono obbligato, obbligato dalle mie responsabilità costituzionali ad adottare misure speciali e le applicherò all’epicentro dell’attacco dei fascisti. Sono obbligato a farlo e non mi lascio intimidire” ha detto il successore di Hugo Chavez.
Entrambe le manifestazioni hanno riunito migliaia di persone. Nessun incidente nel raduno dei sostenitori di Maduro. Intanto l’Unione delle Nazioni Sudamericane (Unasud) ha deciso la creazione di una commissione di Ministri degli Esteri per appoggiare l’uscita dalla crisi in Venezuela.