La crisi in Crimea rischia di estendersi lungo tutto il confine orientale dell’Ucraina. Dopo gli scontri di Donetsk, a Kharkiv, l’ex capitale, i filo-russi hanno annunciato di voler organizzare un proprio referendum per l’annessione a Mosca.
Qualche chilometro più in là, l’esercito russo ha intensificato le manovre militari alla frontiera.
“Il territorio russo è proprio al di là di questo confine. Al momento non si vedono le truppe russe, né alcun mezzo militare – dice la corrispondente di euronews, Angelina Kariakina – Le guardie di frontiera ucraine, tuttavia, mantengono un livello di controllo senza precedenti. Ogni giorno negano l’accesso a decine di persone sospettate di voler provocare scontri in territorio ucraino”.
“Le persone che abbiamo fermato erano in possesso di coltelli, spray lacrimogeni e guanti – spiega Oleksandr Moskvyn, una poliziotto di frontiera – utilizzati solitamente dalle unità speciali della polizia”.
La crisi al confine spaventa le migliaia di ucraini che ogni giorno lo oltrepassano per andare a lavorare in Russia. La dipendenza da Mosca – per i pendolari di Kharkiv – significa soprattutto uno stipendio.
“Alcune famiglie qui sono divise, come la mia per esempio. Io vivo in Ucraina e i miei figli vivono in Russia – racconta un lavoratore transfrontaliero – È mai possibile che qualcuno venga qui dalla Russia a spararmi? Oppure che io possa andare in Russia e sparare a qualcuno? Ma di cosa stiamo parlando?”
Intanto, però, proseguono le esercitazioni su entrambi i lati del confine. La Russia nega di voler invadere l’est dell’Ucraina e i vertici dell’esercito di Kiev sperano che la crisi non degeneri, perché – dicono – porterebbe a una guerra a tutto campo.