Niente misure di controllo dei capitali. La promessa arriva dalla banca centrale russa, che ha rassicurato chi temeva un intervento per frenare la fuga degli investitori dal Paese.
Nel 2013, a causa della crisi dei mercati emergenti, l’emorragia era stata di 62 miliardi di dollari. Problema temporaneo per i vertici di Mosca, che a gennaio avevano previsto, per l’intero 2014, una fuoriuscita di soli 25 miliardi.
Poi, le tensioni con l’Ucraina e l’autorizzazione all’intervento militare in Crimea. Per il ministero dell’economia soltanto nei primi due mesi dell’anno ben 35 miliardi di dollari di capitali hanno lasciato la Russia.
Ma la banca centrale è tranquilla. Basta la nostra politica monetaria, dicono: l’aumento dei tassi di interesse e gli interventi in valuta straniera per controllare le fluttuazioni del rublo.