Il 2013 chiude ancora in negativo, ma le previsioni sul primo semestre 2014 mostrano timidi segnali di miglioramento che necessitano di conferme. L'Indagine Congiunturale sulla situazione economica della provincia di Rimini effettuata dall'Ufficio Economico di Confindustria Rimini, relativa ai dati consuntivi del secondo semestre 2013 e alle previsioni del primo semestre 2014, continua, infatti, a far emergere dati che confermano una situazione di difficoltà nei principali indicatori economici. Qualche leggero segnale di miglioramento, ma ancora molto timido che non permette di dire di aver agganciato la ripresa. Nel Paese la situazione continua ad essere difficile. Il Centro Studi di Confindustria stima un calo della produzione industriale dello 0,2% in febbraio su gennaio che fa seguito all'1% (dato Istat) di incremento di gennaio su dicembre. La variazione congiunturale acquisita determina un avvio positivo (+ 0,5%) del primo trimestre 2014. Secondo gli indicatori anticipatori, l'attività nei prossimi mesi risulta marginalmente positiva grazie al contributo della domanda estera. Comunque, rispetto al picco pre-crisi (aprile 2008), la produzione rimane inferiore del 23,8%. Dati che si rispecchiano nella congiuntura riminese: nel secondo semestre 2013 la caduta nella produzione sembra essersi fermata, il fatturato è ancora in territorio negativo, la situazione dell'occupazione si conferma difficile e solo l'export dà segnali positivi. Nell'indagine di Confindustria Rimini sugli investimenti (consuntivo 2013 e previsioni 2014) risulta che ci sono 64 milioni in "stand by" a causa della crisi economica, ma anche delle condizioni avverse in cui le imprese sono costrette ad operare e al credito insufficiente. Le imprese vorrebbero investire e la difficoltà dell'accesso al credito è un ostacolo: dai dati di Banca d'Italia riferiti alla Provincia di Rimini risulta infatti che a dicembre 2013 gli impieghi delle banche alle imprese private sono diminuiti di 278,79 milioni di euro su base annua (-5,48%), dato che si somma ai cali consistenti delle precedenti rilevazioni. Una sofferenza dovuta in particolare al fatto che il settore edile, uno dei principali motori dell'economia è ormai al punto di non ritorno. Chi sta ancora sopravvivendo lo fa nell'incertezza, mentre negli altri settori produttivi le aziende che resistono sono quelle che si sono proiettate verso l'estero. Le previsioni per il primo semestre 2014, sono ancora prudenti e non lasciano prevedere una netta inversione di tendenza nell'immediato. Il 52,17% delle imprese, infatti, prevede una situazione di stazionarietà, il 33,33% un aumento di produzione e il 14,49% una diminuzione.