Lione ha fatto scuola e si moltiplica adesso a Dubai con una analoga festa delle luci che accende la città degli Emirati fino al 29 marzo.
Le prime mascotte sono due piccoli esquimesi che giocano con una immensa tela, squarciandola. E’ uno dei video impostato su un raro muro cittadino senza finestre in un quartiere di 2 km quadrati che ospita oltre 30 installazioni.
Serenade di Chantal Thomas è fra gli espliciti riferimenti a Lione con mazzi di fiori che avvolgono gli alberi di Lione.
Vox pop:
“E’ impressionante per me, questa è la prima volta che vedo queste luci. Vengo dall’Indonesia, sono venuta qui per le luci”.
Il compositore e direttore d’orchestra Damien Fontaine ha diretto l’acclamato spettacolo “Prince of Light” un viaggio fantasmagorico alle sorgenti della luce.
JEAN-FRANCOIS ZURAWIK, direttore del festival di Lione:
“Questo gigantismo che poteva farci paura e farmi paura non è stato assolutamente un freno, ma uno spazio di libertà, di proposte ed è stato soprattutto una gran bella sorpresa per gli artisti lionesi. Quando si pensa alla torre Burj Khalifa, le sfere di Jérome Torqer, mai stato al centro della città di Lione, che si ritrovano ai piedi della piu’ alta torre del mondo, ci si puo’ commuovere”.
Metropolis, l’intallazione dello stilista Jean-Charles de Castelbajac, già vincitrice di un premio lionese, appare adesso anche qui. Tornano le sue atmosfere spettrali.
Jean-Charles de Castelbajac, stilista:
“La mia idea era portare la storia del vecchio continente in una città che sta creando la sua storia. C’era questa idea d’installare qualcosa
sull’onda dell’emozione, qualcosa che emozionasse, volevo proprio costruire questa piazzaforte che è un po’ castello fatato nel cuore di una città in cui si costruiscono le torri del futuro”.
Mikado è l’installazione del marsigliese Edouard Levine scultore della luce.
The water dragon firmato da BIBI affronta il rapporto fra l’uomo e l’ambiente. La sua gigantesca silhouette da 10 tonnellate si affaccia sul Dubai lake.
“Les Orpailleurs de Lumière” è uno spettacolo di luci, suoni, immagini che arricchisce la kermesse.
Sullo sfondo la musica che va da quella sinfonica al rock, all’elettro acustica e non solo.
Vox pop:
“Le immagini sullo schermo erano molto belle. E il messaggio giungeva fino a noi. E’ stato un gran bello spettacolo”.
Vox pop:
“Noi che abitiamo qui siamo fieri di questo festival delle luci che è bello e colorato e porta turisti nel mio paese”.
Catherine Garret esplora i significati dell’urbano con soluzioni di design da graphic art company destinati alla giungla urbana.
Anche un architetto di rango come
Jacques Rival sguazza nelle luce e la scenografia. Ecco le sue armonie.
François Chignac, euronews:
“La sfida era giungere ad un adeguamento, lo spirito creativo del festival delle luci e il gigantismo dell’architettura di Dubaï, basta guardarsi attorno per constatare che la scommessa è riuscita”.