I soldati ucraini lasciano la Crimea. Kiev, che in un primo momento aveva dato all’esercito la possibilità di sparare pur di difendere le sue posizioni, ha ordinato il ritiro delle proprie truppe. La penisola finisce così sotto il comando russo. Mosca, peraltro, da tre settimane
controllava la maggior parte delle basi in Crimea.
Per molti abitanti di Feodosia, tra cui questa donna, è una sconfitta cocente.
“Ho un senso di delusione e tristezza per quello che è successo”.
“Cosa accadrà adesso?”
“Non lo so, davvero”
Ma quando il giornalista russo chiede : “Come ti chiami?” La donna risponde: “Perché me lo chiedi? Ora la nostra gente in questo territorio occupato ha bisogno di presentarsi?”
La scelta di Kiev di abbandonare le basi in Crimea sembra dettata dal voler evitare il ripetersi di episodi come quello vissuto sabato a Belbek quando uomini armati russi sono entrati nella base aerea sequestrando il comandante.
Dei circa ventimila soldati dislocati nella penisola, l’80% avrebbe deciso di restare in Crimea. A loro toccherà scegliere se tornare civili o cambiare uniforme e prestare servizio per la Russia.Un’ipotesi quest’ultima, poco plausibile per molti militari.
2.22 sot Serguei, ukrainian marine
“Nonostante io sia russo – dice Serguei, un marinaio – e i miei parenti siano russi, non presterò servizio in Russia, ma solo in Ucraina”.
“Ci hanno buttati fuori – aggiunge Yevgeni – e ci hanno trattato come dei topi. Non siamo dei topi. Cosa avrei dovuto fare? Rimanere lì? Sarebbe servito a qualcosa? Non avrebbe riportato la Crimea all’Ucraina”.
Nelle ultime ore la situazione sembra più calma, anche se non mancano le provocazioni da parte dei russi che al grido di ‘Gloria
alla Russia’ sfidano i soldati ucraini che devono abbandonare la penisola.