Il Giappone rispetterà la sentenza della Corte dell’Aja che vieta la caccia alle balene anche se giustificata da obiettivi di ricerca scientifica.
E’ quanto afferma il governo di Tokyo all’indomani della pronuncia della Corte internazionale a cui si era rivolta l’Australia.
“Siamo profondamente delusi e rammaricati di questo risultato. Ma il Giappone rispetterà le regole, come deve fare uno stato di diritto. Il Giappone rispetterà il giudizio della Corte come uno stato che attribuisce grande importanza all’ordine internazionale basato sulla legge, e allo stato di diritto come base della comunità internazionale. Stiamo studiando la sentenza per vedere cosa fare in pratica”.
Grande soddisfazione tra le associazioni ambientaliste, da tempo in prima linea contro l’attività di caccia ai cetacei mandata avanti dalle navi giapponesi.
“Il mondo va verso la creazione di meccanismi legali per la protezione di beni comuni. Quello che manca è un potere di polizia. Possiamo rivolgerci a una Corte, ma non esiste una polizia. A questo punto è ovvio che le Nazioni Unite debbano creare una polizia ambientale per rafforzare la legge”.
Nonostante i divieti posti dalla Commissione baleniera internazionale, il Giappone ha continuato per anni a cacciare cetacei, ufficialmente per scopi scientifici, in realtà per alimentare i ristoranti specializzati.