Sale a 87 il bilancio delle vittime del naufragio del
traghetto Sewol, avvenuto mercoledì scorso in Corea del Sud. Mentre i sopravvissuti restano 174 e si cercano i 215 dispersi, emergono nuovi dettagli dalle indagini: il capitano titolare, in ferie quel giorno, si era lamentato con la compagnia sostenendo che l’ampliamento della nave per il trasporto di ulteriori 120 passeggeri l’avrebbe resa più instabile.
Oltre al capitano Lee Joon-seok, sono stati arrestati altri quattro membri dell’equipaggio che hanno abbandonato i 476 passeggeri intrappolati. Uno di essi avrebbe effettuato una manovra brusca due ore prima del naufragio. “Azioni
equivalenti all’omicidio”, secondo la presidente sucoreana Park Geun-hye. Dalle comunicazioni rese pubbliche emerge la loro incapacità di prendere decisioni.
Le famiglie intanto si sono spostate da una palestra dell’isola di Jindo al molo in attesa di notizie, mentre i sommozzatori sono entrati all’interno del relitto, ispezionato anche da un robot sottomarino telecomandato. Il governo attende il consenso di tutti i familiari per poterlo sollevare con cinque gru.