Turchia: non spetta a noi fermare gli aspiranti jihadisti europei

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È stato calcolato che, fra il 2011 e il 2013, fra i 1300 e i 2mila cittadini europei siano scappati in Siria per unirsi alla Jihad.

Secondo i dati disponibili la maggior parte viene dalla Francia, ma sono molti anche gli aspiranti combattenti islamici con passaporto britannico o belga.

In molti in Europa accusano la Turchia di non fare abbastanza per frenare il fenomeno.

Ma “Non spetta alla Turchia questo ruolo – ha detto a euronews il ministro turco del commercio – Sono gli europei che dovrebbero bloccare questi loro cittadini prima della partenza. Perché li lasciano partire? – ha detto Hayati Yazici – se si rendono conto che stanno per andare in Siria li dovrebbero fermare prima”.

Secondo il ministro, per una migliore cooperazione, i paesi europei dovrebbero condividere con la Turchia i dati che hanno a disposizione sugli aspiranti jihadisti.

Il governo turco è uno di quelli più ostili a Damasco.

La Turchia ha allestito campi profughi al confine con la Siria che sarebbero diventati basi logistiche dei gruppi armati che operano oltre frontiera.

Secondo l’opposizione turca, i servizi segreti di Ankara contribuirebbero al passaggio di uomini e mezzi in Siria. Mesi fa c’era stata una polemica con la polizia turca che, invece, ferma alla frontiera i camion di armi dirette ai ribelli.

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