L’esercito ucraino è in stato di “massima allerta” contro una possibile invasione delle truppe russe ammassate al confine. L’sos di Kiev arriva dal presidente ad interim, Oleksandr Turchynov, nel corso di una riunione con i governatori regionali a Kiev, mentre i separatisti filorussi continuano ad impossessarsi di edifici pubblici nell’est del Paese.
“Ancora una volta sono costretto a denunciare il rischio reale che la Russia cominci una guerra contro l’Ucraina – ha detto Turchynov – Le forze militari ucraine sono in stato di massima allerta per il rischio di un’invasione russa”.
Nelle regioni di Luhansk e Donetsk il potere centrale ha già ammainato la bandiera. In altri centri comandano di fatto i filorussi, anche grazie alla passività delle forze dell’ordine.
La Russia non sembra intenzionata ad allentare la presa, ma continua a negare ogni coinvolgimento nella crisi orientale. Putin, anzi, formalmente auspica che le due parti rispettino gli accordi di Ginevra e che gli ispettori internazionali prigionieri siano rilasciati.
Nell’est è arrivato – per trattare la loro liberazione – anche il capo della missione di monitoraggio Osce in Ucraina: “Il nostro compito è quello di monitorare e accertare i fatti al fine di denunciare le illegalità – ha spiegato Ertugrul Apakan – E questo dovrebbe essere sempre fatto in maniera obiettiva e imparziale. Noi siamo qui e vi chiediamo visibilità”.
Kiev teme che la rivolta si estenda a macchia d’olio. Un dichiarazione di impotenza alla vigilia delle celebrazioni, il 9 maggio, della vittoria sovietica sul nazismo molto sentite nell’est.