Mosca e Kiev si rimpallano le responsabilità per la tragedia di Odessa. Le violenze di questo venerdì, hanno raggiunto l’intesità della guerra civile tra separatisti filorussi e militanti fedeli al governo ucraino. Si contano oltre 40 morti, più di un centinaio i feriti e gli arrestati.
A 500 km da Odessa, nell’est del Paese, continua l’offensiva, definita “antiterroristica”, dell’esercito ucraino per riprendere il controllo, delle città di Slaviansk e Krematorsk.
I toni si sono alzati per trasformarsi in un botta e risposta serrato tra Mosca e Kiev, che accusa la Russia di influenzare ancora la politica nazionale:
Kateryna Kosareva, portavoce servizio di sicurezza ucraino:
“Le provocazioni che si sono verificate il due maggio ad Odessa, e che hanno causato scontri e vittime sono state causate dall’esterno e sono state finanziate da ex membri del governo di Viktor Yanukovich”.
Dmitry Peskov, portavoce presidente russo Vladimir Putin: “Ad Odessa nazionalisti e radicali con l’autorizzazione delle autorità hanno bruciato vive persone indifese. Le autorità di Kiev sono responsabili e complici di questi crimini”.
Il rogo alla Casa dei sindacati di Odessa ha segnato un nuovo tragico record di violenza, dagli scontri di piazza Maidan il 21 febbraio scorso.