Thailandia. I manifestanti sfidano la legge marziale

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La legge marziale non ferma le proteste in Thailandia. All’indomani della misura annunciata dai vertici militari di Bangkok, il leader delle proteste anti-governative che da 6 mesi attraversano il Paese, ha sfidato l’esercito invitando i manifestanti a restare nelle piazze della capitale.

L’esercito ha affermato a più riprese che quello in atto non è un golpe ma una misura necessaria a ristabilire l’ordine. Una motivazione che non ha convinto Suthep Thaugsuban:

“Domani noi saremo ancora qui” ha arringato la folla il leader delle proteste. “Continueremo la nostra missione come programmato per ottenere un Primo Ministro dei cittadini, un governo per i cittadini”.

Gli Stati Uniti così come le organizzazioni per il rispetto dei diritti umani come Amnesty International hanno lanciato un appello affinchè l’instaurazione della legge marziale non si traduca in violazione dei diritti dei cittadini. Sin da ieri tuttavia 10 tv satellitari e diverse radio sono state oscurate dai militari. In 6 mesi di proteste in Thailandia 28 persone sono morte, oltre 800 i feriti.

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