Le incognite legate al voto nell'Ucraina orientale

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I separatisti filorussi dell’est considerano ormai l’Ucraina come un Paese confinante e, di conseguenza, la tenuta delle elezioni presidenziali non viene affatto contemplata.

Nell’autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk, il presidente del Parlamento locale Denis Pushilin mette in chiaro le cose: “Di sicuro vi saranno tentativi di tenere un voto – dice -, ma noi non ne prevediamo alcuno. Come possiamo tenere un’elezione di un Paese confinante sul nostro territorio?”.

La polizia ucraina e responsabili degli uffici elettorali parlano dei rischi connessi al voto di domenica, e accusano a loro volta militanti filorussi di cercare di fare deragliare le presidenziali. “Di recente abbiamo ricevuto minacce e attacchi da cosiddetti rappresentanti della Repubblica Popolare di Donetsk – dice Irina Kondratenko, vice-capo di una commissione elettorale – . Siamo stati minacciati con armi, sono entrati e hanno preso tutti i nostri documenti. Ora stiamo cercando di recuperare tutto”.

In campo scende di nuovo anche l’oligarca ucraino Rinat Akhmetov. Il re dell’acciaio e proprietario della squadra di calcio locale ha di nuovo condannato i separatisti che hanno occupato edifici nell’est dell’Ucraina.

Nei giorni scorsi su internet è circolato un video che mostrerebbe il pullman della squadra giovanile fermato da uomini armati. Sulla vicenda esistono versioni contrastanti.

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