Nei Balcani si contano i danni delle alluvioni

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Decine di villaggi nella Serbia occidentale sono minacciati dalle valanghe dopo le catastrofiche inondazioni delle scorse settimane.

Le alluvioni hanno fatto già una trentina di morti e distrutto infrastrutture, aziende, terreni coltivabili, così come tante case.

A Rebelj, a un centinaio di chilometri a ovest di Belgrado, gli abitanti, soprattutto quelli più anziani, non hanno visto nulla di simile in tutta la loro vita: “Non c‘è più vita qui – dice un uomo -, ma dobbiamo andare avanti, non so dove andare”.

L’entità dei danni deve ancora essere stabilita, ma secondo il premier serbo, l’economia potrebbe subire perdite fino a un miliardo di euro.

Il problema delle mine e degli ordigni inesplosi, residuati della guerra del 1992-1995 aggrava una situazione già difficile in Bosnia.

Gli abitanti delle zone colpite cercano comunque di andare avanti, come alcune coppie che hanno deciso di sposarsi lo stesso davanti a parenti e vicini in un villaggio a nordovest di Sarajevo.

“Resteremo per un po’ a casa di parenti, poi non so – dice la sposa -. Non abbiamo più una casa. Non ho idea di cosa succederà”.

Le operazioni ufficiali per la stima dei danni – indispensabile per ottenere aiuti internazionali – sono iniziate.

Intanto gli sposi si godono regali… ad hoc.

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