Imparare il linguaggio segreto delle piante

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A Firenze un progetto europeo di ricerca interpreta l’attività elettrica delle specie vegetali, con un approccio del tutto
nuovo.

Michele Carlino, euronews:

“Le piante parlano, comunicano. Utilizzando un linguaggio ancora in gran parte sconosciuto, mandano messaggi ad altre piante e all’ambiente circostante”.

Stefano Mancuso, scienziato:

“Le piante sono in grado di percepire il campo gravitazionale, campi elettrici, campi magnetici, gradienti chimici, ecc ecc. Questa enorme quantità di informazioni che le piante percepiscono e recepiscono è lì a nostra disposizione dobbiamo semplicemente riuscire a trovare il modo di decodificarle e quindi di renderle intellegibili”.

Punto di partenza è l’analisi digitale del comportamento di
alcune cyber-piante in specifiche circostanze.

Andrea Vitaletti, Scienziato informatico, Coordinatore Progetto WLab Pleased: “Osservando dei segnali generati dalle piante siamo in grado di risalire agli stimoli che li hanno generati, con una buona qualità. Dopo che i segnali sono stati letti senza essere stati distorti e eventualmente amplificati, vengono digitalizzati. Ovvero un segnale che è analogico e che varia nel tempo viene trasformato in numeri”.

Serve risalire dagli effetti alle cause e contemporaneamente
scrivere un Dataset, una mappa di riferimento di come i
vegetali reagiscono a determinati stimoli esterni come spiega
Stefano Mancuso, scienziato: “E’ veramente un vocabolario: a un particolare parametro ambientale corrisponde un particolare messaggio elettrico. Se riusciamo a codificarli abbiamo in mano una “Stele di Rosetta” per le piante, che ci permette di leggere ciò che le piante sentono”.

Una rete di nodi informatici e un potente algoritmo trasformano ogni albero in una sentinella dell’ambiente, come spiega Mario Paoli, scienziato informatico, WLab: “Obiettivo finale è quello di collezionare i dati provenienti da varie piante e aggregarli in un nodo che poi sarà in grado di elaborarli e aggregarli”.

Elisa Masi, agronomo dell’Università di Firenze, aggiunge: “Uno stesso albero contemporaneamente potrà fornirci informazioni su più di un parametro ambientale. Contemporaneamente, proprio nello istante. Mentre se dovessimo utilizzare dei sensori, come comunemente vengono utilizzati nelle centraline di monitoraggio, dovremmo impiegarne uno per ciascun parametro che stiamo investigando, e questo sicuramente è molto dispendioso”.

Dal monitoraggio dell’ozono in tempo reale, alla misura del
grado di intossicazione chimica dei terreni. Imparare la
lingua delle piante permetterà di avere un controllo globale
sullo stato di salute dell’ambiente come mai accaduto prima.

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