Cinque afghani in Qatar fanno infuriare almeno due Paesi: le immagini degli abbracci con cui sono stati accolti all’aeroporto di Doha i cinque talebani scarcerati a Guantanamo in cambio di un militare statunitense rinfocolano le polemiche in Afghanistan e negli Stati Uniti. Da una parte il governo afghano lamenta di essere stato scavalcato, di non esser nemmeno stato informato dello scambio dall’alleato statunitense, e ritiene comunque illegale che i cinque debbano restare nel Qatar per un anno. Che siano liberati subito, chiede il governo di Kabul.
Dall’altra è l’opposizione negli States a dire che per salvare il sergente Bowe si è messa a repentaglio la vita di tutti gli altri militari sul campo.
Bowe Bergdahl nel frattempo è all’ospedale militare di Labdstuhl, in Germania.
Era in mano ai talebani da cinque anni, unico prigioniero di guerra americano. In patria c‘è chi dice che in realtà sia un traditore, che si è consegnato da solo al nemico. I militari che l’hanno prelevato in elicottero dicono che il ragazzo sia scoppiato in un pianto liberatorio, quando è tornato libero.
Ora è atteso con ansia nel suo paese d’origine: Hailey, nell’Idaho.
Lontano dalle polemiche. Forse.