“Non voglio complicare una situazione già intricata”, così il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy intervistato da euronews. L’argomento è delicatissimo e Van Rompuy incalzato da Isabel Kumar ricorre quasi al no comment:
‘‘Dobbiamo rispettare i trattati (...) abbiamo un mandato ufficiale. Siamo in una situazione nuova e quindi sarà molto attento e non dirò niente che possa complicare una situazione già intricata (...) farò tutto il possibile per evitare lo scontro tra le istituzioni”.
Ma le istituzioni europee non sono confrontate solo al braccio di ferro per la scelta del presidente della Commissione, devono fare i conti con l’ingresso in Parlamento delle forze euroscettiche, un aspetto che per Van Rompuy non va enfatizzato, “il populismo è sempre esistito”, la vera minaccia per l’eurozona è stata un’altra: ‘‘I mercati finanziari erano la più grande minaccia – afferma – i mercati finanziari erano convinti, diciamo un anno e mezzo fa, che l’euro sarebbe crollato. L’unica cosa in discussione era quando sarebbe successo. Ma che sarebbe crollato, era dato per certo, era dato per certo! Quindi questo dibattito nei media internazionali, nei mercati internazionali è ora completamente sorpassato, anche in paesi come la Francia, anche in paesi come la Grecia, c‘è una forte maggioranza di persone che vogliono appartenere all’Unione europea e all’euro“.
Ora che l’Europa deve fare i conti con i durissimi effetti sociali di questa crisi è anche tempo di fare un pò di autocritica: ‘‘C‘è stato un problema di disoccupazione strutturale in Europa e in particolare nella zona euro, molto prima della crisi. Non abbiamo affrontato questo problema in quel momento”. Ma la soluzione sta in una maggiore coesione quindi più integrazione, il progetto europeo non va fermato secondo Van Rompuy: ‘‘La maggiore integrazione nella zona euro è inevitabile, perché se abbiamo una moneta comune, abbiamo bisogno di politiche comuni. Non dico questo perché sono un fondamentalista europeo, ma è la logica conseguenza della scelta che abbiamo fatto molti anni fa, con il trattato di Maastricht e con il lancio dell’euro. Quando hai una moneta comune hai bisogno ancora di più di politiche comuni. La volontà del popolo è di avere posti di lavoro e di avere buoni standard di vita. E senza unione economica e monetaria sostenibile e senza una zona euro integrata non possiamo avere prosperità e occupazione”.