Dieci candeline per l’edizione portoghese di Rock in Rio. Il festival musicale nato in Brasile nel 1985, fu esportato nel 2004 nella capitale portoghese.
Un happening capace di attirare un pubblico di tutte le età e tante famiglie, ricordando un po’ quelli degli anni ’70.
“È l’atmosfera, il luogo” dice l’uomo di una coppia con figlio al seguito. Non è un posto artificiale, è nella natura. Così possiamo portare i bambini. Anche se c‘è gente che fuma non abbiamo problemi. È come una gita per un pic nic”.
“È un festival per tutta la famiglia. Per stare con gli amici” gli fa eco una ragazza. “È un grande raduno. Chi non ci viene lo rimpiangerà”.
Sui quattro palchi allestiti alla Cidade do Rock di Lisbona, musica un po’ per tutti i gusti. Dall’indie rock dei canadesi Arcade Fire, in tour in Europa fino all’inizio di luglio al pop elettronico della diciassettenne neozelandese Lorde.
Tra gli altri si sono esibiti anche i Rolling Stones e Robbie Williams, ma Rock in Rio non è solo “terra di conquista” per artisti stranieri. Tante le performance di band e dj portoghesi.
Nella serata di chiusura, svoltasi il primo giugno, la star è stata l’americano Justin Timberlake. Proprio agli Stati Uniti l’organizzazione di Rock in Rio ha strizzato l’occhio, prevedendo per il 2015 la prima edizione “made in Usa” del festival, che si terrà a Las Vegas.
L’appuntamento a Lisbona, che quest’anno ha ospitato 350.000 persone nelle cinque giornate di concerti, è per il 2016.