Lloyds si chiama fuori. In un clima di crescente disagio delle banche europee coinvolte nel finanziamento di progetti russi, il gruppo britannico si è ritirato da un dossier che vedeva la partecipazione del gigante del petrolio Rosneft.
L’istituto di credito avrebbe dovuto gestire, insieme con altre banche, l’attività di raccolta di oltre un miliardo di euro per conto di British Petroleum, intenzionata ad acquistare greggio e prodotti derivati dal colosso russo.
Difficile, però, per Lloyds ignorare le ripetute condanne del governo britannico nei confronti della Russia durante la crisi ucraina, considerato che Londra è azionista al 25%.
Il numero uno di Rosneft Igor Sechin, uomo considerato molto vicino al presidente russo Vladimir Putin, figura infatti nella lista dei nomi di funzionari colpiti dalle sanzioni occidentali.