Il giorno più lungo: lo sbarco in Normandia, settant’anni dopo, occasione per celebrare la pace e anche per cercarne una nuova.
A Ouistreham e dintorni il presidente francese, François Hollande, è stato protagonista assoluto: della cerimonia internazionale, momento-clou delle celebrazioni, e del tentativo di riavvicinare Putin e Obama, Putin e Merkel sul tema ucraino.
Dopo gli arrivi dei presidenti di Stati Uniti e Russia, oltre al neo-presidente ucraino Poroshenko, a Giorgio Napolitano, Angela Merkel ed altri, è uno scrosciante applauso che ha salutato la Regina Elisabetta II d’Inghilterra, sulla spiaggia che vide lo sbarco degli inglesi. Rivabella, ribattezzata Sword per il D-Day.
Intenso nella parte dedicata alla memoria, ma anche molto impegnativo politicamente il discorso del presidente francese:
“Dobbiamo ancora svolgere il nostro compito e preservare l’eredità che ci è stata lasciata. Abbiamo il dovere di far progredire la riunificazione dei popoli d’Europa, per quelli che sono europei; il dovere di rafforzare il ruolo delle Nazioni Unite; il dovere di difendere ovunque i diritti umani”.
Il percorso delineato da Hollande lo si è visto anche nei quattro atti dello spettacolo, che ha rievocato per quadri l’occupazione, l’inizio della resistenza, la preparazione dello sbarco, la battaglia di Normandia e tutte le fasi fino alla capitolazione tedesca, la scoperta dei lager, e da lì in poi il percorso verso la pace e la costruzione europea.
È con le macerie che i figuranti e i ballerini hanno realizzato le stelle della bandiera europea.
L’inviata di euronews:
“Questo spettacolo ci ha ricordato quanto questo luogo, queste spiagge abbiano contribuito a dar forma all’Europa. Ouistreham, al centro del mondo oggi con diciannove capi di Stato. Un settantesimo anniversario eccezionale, incentrato sulla trasmissione della memoria, anche perché è certamente l’ultima volta che la gran parte dei veterani parteciperà a un evento come questo”.