Tokyo si appresta a scoccare la cosiddetta “terza freccia”. Dopo le manovre di allentamento monetario della banca centrale e l’aumento della spesa fiscale, il primo ministro Shinzo Abe ha presentato un programma di riforme per ravvivare l’economia.
Tiepida l’accoglienza: per alcuni serviva più coraggio, per altri alle parole dovranno seguire i fatti. Ma il pacchetto, dicono, è un passo avanti nella giusta direzione.
“L’aumento delle entrate aziendali sta portando a più posti di lavoro e a stipendi più alti”, ha detto il premier. “È questo tipo di ciclo positivo che sta cominciando ad emergere”.
Perno delle riforme: un abbassamento graduale della tassa sui redditi d’impresa, che oggi gravita intorno al 36% (tra le più alte del mondo) e che dovrebbe essere portata, nei prossimi anni, sotto il 30%.
Altro tema rilevante, quello dell’influsso di persone e capitali stranieri. Nel primo caso il governo ha promesso l’espansione del programma per l’apprendistato dei lavoratori in arrivo da oltremare.
Per quanto riguarda il secondo, vuole ridare slancio agli investimenti diretti esteri, fissando come obiettivo il raddoppio a quasi 345 miliardi di dollari entro il 2020.
Ma c‘è anche spazio per le politiche di genere: l’esecutivo chiede che venga aumentata al 30% la percentuale di donne ai vertici delle aziende e promette sostegno alle madri con nuovi asili e regimi fiscali preferenziali.
Infine, le politiche per l’innovazione. Abe spinge per la “rivoluzione robotica”, con l’aumento del dispiegamento di automi nell’industria e il raddoppio della produzione. Obiettivo: fare mostra di muscoli artificiali durante le olimpiadi del 2020.