Un convoglio russo di 280 camion, con a bordo aiuti umanitari, è partito alla volta dell’Ucraina, una mossa che l’Occidente teme possa essere usata da Mosca come un pretesto per un’invasione.
Gli aiuti arriveranno a Kharkiv non a Donetsk dove invece continuano gli scontri.
Per Kiev sono illeggittimi a meno che non siano coordinati dalla Croce Rossa che non si è ancora espressa. Secondo un portavoce sono troppo poche le informazioni per poter dire se la Croce Rossa possa essere parte del progetto.
Il convoglio arriverà mercoledì notte, ma il punto d’entrata non sembra ancora stabilito. L’esecutivo ucraino non dimentica che ci sono migliaia di soldati russi alla frontiera. Ufficialmente per esercitazioni. Da qui i dubbi del vicieministro degli esteri Lubkinsky: “La Russia fermi la propaganda, le violenze, l’aggressione e non ci sarà nessun bisogno di convogli umanitari”.
Dichiarazioni in contrasto con quanto affermato da Mosca. Anche se la Russia cerca per il momento di non forzare la mano. Il ministro degli esteri Serguei Lavrov rivendica la buona fede del Cremlino: “Spero che l’operazione possa prendere forma sotto l’egida della Croce Rossa. Noi abbiamo accettato quanto ci è stato richiesto e lo abbiamo fatto di comune accordo con il governo ucraino. Speriamo che i partner occidentali non ci mettano i bastoni fra le ruote”.
Malgrado dichiarazioni di facciata delle parti in causa la situazione è ancora incerta. Il convoglio non dovrebbe avere scorta militare, ma il timore degli occidentali e che un qualsiasi incidente possa giustificare un intervento armato di Mosca in rappresaglia. Un intervento foriero di tragiche conseguenze.