Ottanta bombardamenti israeliani, cento lanci di razzi palestinesi: ancora una volta la tregua nella Striscia di Gaza non ha retto. Dopo dieci giorni, il cessate il fuoco è finito nella notte di martedì.
Una ventina di palestinesi sono rimasti uccisi e oltre cento feriti nei raid israeliani, secondo Hamas e secondo fonti mediche. Tra i morti anche la moglie e il figlio di sette mesi di Mohammed Deif, capo delle brigate Ezzedin al-Qassam, che Israele cerca da tempo di assassinare. E Hamas oggi avverte Israele, “si prepari ai giorni più duri che abbia mai visto”. I razzi palestinesi non hanno fatto vittime, alcuni sono stati intercettati dal sistema Iron Dome.
Mercoledì, un raid israeliano ha colpito Rafah, ferendo diverse persone, tra cui bambini, e causando enormi danni in un solo quartiere.
“Come potete vedere, la distruzione è terribile”, dice un abitante. “Quest’area sembra essere stata colpita da un terremoto, ci sono danni ovunque. E le persone danneggiate sono civili, civili senza colpa, umiliati”.
E si fermano i negoziati in Egitto, con la partenza delle due delegazioni. “Le trattative devono riprendere”, esorta Save The Children, per salvare i civili intrappolati nel fuoco incrociato. La Ong stima inoltre in più di 450 i bambini uccisi da luglio nella Striscia di Gaza.