Le località termali e balneari slovene rischiano di pagare il prezzo delle tensioni tra Russia e Unione europea sulla crisi ucraina. Cala infatti il flusso di visitatori russi, protagonisti dello sviluppo turistico degli ultimi anni.
Il rublo è debole e il cambio con l’euro si rivela svantaggioso.
Janez Jager, direttore di un gruppo di alberghi di Portorose afferma che il calo nel mese di luglio è di circa il 20 per cento rispetto all’anno scorso e che la crisi di arrivi è cominciata a marzo, con l’annessione russa della Crimea.
Stessa aria si respira a Pirano, altra località della costa adriatica slovena frequentata da turisti di tutta Europa e non solo. Di russi, non ce ne sono più abbastanza.
“Siamo preoccupati per le sanzioni – dice Franc Svegl, proprietario di un ristorante -. I russi sono clienti molto buoni e sappiamo che le sanzioni stanno producendo effetti negativi non solo nel numero degli arrivi, ma anche nella tendenza dei turisti a spendere”
La speranza degli operatori sloveni è che il fenomeno sia circoscritto all’attuale stagione e non provochi effetti permanenti.