Le autorità russe hanno messo i sigilli e chiuso quattro McDonald’s a Mosca per “violazioni sanitarie”, che riguarderebbero la selezione dei prodotti alimentari e le condizioni sanitarie dei locali.
Il “divieto temporaneo” consentirà al Rospotrebnadzor, organismo di vigilanza sulla sicurezza alimentare di condurre verifiche non programmate in diversi ristoranti nella regione di Sverdlovsk.
Chiuso anche il primo McDonald’s di piazza Pushkin.
“L’idea che ci siano motivi politici dietro alla chiusura dovrebbe essere subito esclusa – dice Anatoly -, perché per quanto ne so, tutto il ciclo produttivo è qui (in Russia) e solo il marchio è americano”.
“Ci puniscono occasionalmente con delle sanzioni – dice Ivan -. Perché non dovremmo ricambiare? Inoltre, McDonald’s è proprio un simbolo tutto occidentale, penso che questa sia un’azione simbolica e dimostrativa del fatto che abbiamo i denti.”
La catena McDonald’s, che ha confermato la chiusura dei ristoranti, ha anche annunciato provvedimenti per riaprire al piú presto le sue attività nel paese, dove è presente dal 1990, quando ancora la Russia era Unione Sovietica.
Il braccio di ferro dura ormai da aprile quando sono stati chiusi i locali in Crimea, dopo l’annessione della penisola ucraina alla Russia, e dopo i successivi controlli di fine luglio dell’autorità competente sulla composizione degli hamburger McDonald’s nella regione di Novgorod.
Ad agosto, intanto, la Russia decide di sospendere l’importazione della maggior parte dei prodotti alimentari dai paesi che hanno adottato sanzioni contro Mosca per la crisi ucraina.