Scontro di culture o incompatibilità profonda?
Forse anche molto altro nella decisione di una comunità di ebrei ortodossi, di abbandonare il villaggio guatemalteco di San Juan La Laguna, a 200 chilometri dalla capitale.
I 230 membri, dopo alcuni mesi di conflitto con gli abitanti del villaggio maya hanno preferito lasciare le proprie case.
“Gli anziani del Consiglio della città – dice Misael Santos, portavoce della comunità ebraica – ci accusano di maltrattare abitanti e i turisti. Cose non vere.
Noi siamo guatemaltechi, almeno la maggioranza del nostro gruppo e insieme anche agli altri abbiamo il diritto di vivere dove vogliamo, nel rispetto delle leggi del paese”.
“Non vogliamo un altro olocausto ebraico – sottolinea Ingrid de Santos, membro della comunità – ed è per questo motivo che stiamo andando via velocemente, senza pensarci troppo. Anche se è molto triste. Io ho vissuto qui sette anni”.
Il consiglio degli abitanti del villaggio dopo un ennesimo scontro ha votato per l’espulsione della comunità ortodossa.
Le accuse vanno dall’assenza del rispetto dei costumi locali, fino al disprezzo nei confronti del resto degli abitanti.
La comunità denominata di Lev Tahor, fondata negli anni ’80, à arrivata in Guatemala sei anni fa dopo aver lasciato il Canada dove alcuni dei suoi membri vennero accusati dalle autorità locali di maltrattamenti nei confronti dei bambini.