Nel Nord dell'Iraq perdono terreno i militanti dello Stato Islamico

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Nel Nord dell’Iraq si moltiplicano le sconfitte per i militanti dello Stato Islamico. L’esercito iracheno e i militari curdi Peshmergas, appoggiati dall’aviazione statunitense, stanno riconquistando terreno nella guerra contro gli jihadisti. Una guerra che, assicurano i responsabili militari che hanno condotto le operazioni ad Amerli, minaccia da vicino l’Occidente.

“Questa è la prima linea della guerra al terrorismo. E se non li fermiamo qui verranno in Occidente. I militanti dello Stato Islamico verranno nel Regno Unito, in Europa, negli Stati Uniti. Bisogna fermarli e bisogna fermarli senza esitazioni” dice Bafle Talabani, fondatore del corpo d’elite curdo per la lotta al terrorismo, figlio dell’ex Presidente iracheno Jalal Talabani.

La riconquista di Amerli, città turcomanna rimasta sotto assedio per oltre due mesi, è il simbolo del momento di difficoltà dello Stato Islamico. Le altre città tornate sotto il controllo iracheno sono Souleiman Bek, 175 chimoletri a Nord di Bagdhad, e il villaggio di Yankaja.

Ieri il Primo Ministro iracheno uscente Nouri Al-Maliki ha visitato Amerli e ha elogiato la collaborazione tra l’esercito iracheno e i combattenti sciiti contro gli estremisti dello Stato Islamico.

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