È ormai in vigore la nuova ondata di sanzioni europee contro la Russia. L’Europa ha deciso di procedere sulla linea preannunciata, nonostante l’apparente rasserenamento del clima in Ucraina, limitando l’accesso ai mercati finanziari europei per i colossi petroliferi russi. Colpite anche società aeronautiche e spaziali, cui si vieta la concessione di prestiti o l’acquisto di titoli a più di trenta giorni. Anche l’export di macchinari per la prospezione petrolifera e tecnologia ad uso duale, civile e militare subisce nuove restrizioni. L’UE si dice pronta a revocare queste sanzioni, in caso di novità sul campo.
“È una decisione mista – spiega il Presidente del Parlamento europeo -, lasciamo la porta aperta ma diciamo chiaramente che se questa opportunità non viene colta procederemo con un’altra ondata”
Sono “passi che minano il processo di pace in Ucraina”, ha detto il presidente russo, Vladimir Putin, impegnato in un vertice a Dushanbé insieme al suo Ministro degli esteri, Sergei Lavrov, che ha parlato della probabile replica: la Russia, ha detto, reagirà in modo calmo e lucido, tenendo in mente per prima cosa i propri interessi economici.
Le sanzioni europee e le repliche russe hanno costi diretti e indiretti sull’economia europea. Ne vale la pena, secondo il primo ministro romeno:
“Penso che dovremmo dimostrare il nostro impegno, e assumere la responsabilità di dimostrare che nessuno può cambiare a suo piacimento la legalità internazionale, nessuno può colpire altri Paesi europei. E quindi è un prezzo che vale la pena di pagare, per la Comunità europea”.
Impossibile per ora stimare il danno: per l’Italia, il governo ha parlato di cento milioni, ma l’opposizione fa stime ben diverse, fino a 15 miliardi