Ebola, i costi economici dell'epidemia

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Dopo i primi casi di contagio al di fuori del continente africano, Ebola presenta il conto all’Occidente. Un virus letale non è certo il souvenir migliore da portare al ritorno da un viaggio. Risultato: in Borsa i titoli delle compagnie aeree perdono quota. IAG, proprietaria di British Airways ed Iberia, martedì ha ceduto il 7%. In rosso anche la low-cost EasyJet.

“Il fatto che adesso abbiamo casi di Ebola in Spagna, non sembrano esserci stati controlli poi così rigorosi nella gestione della cosa, ha visto i mercati un po’ più spaventati di quanto avrebbero potuto essere altrimenti”, commenta Alastair McCaig, analista di IG.

Per non parlare delle spese ospedaliere. Macchinari, farmaci, trasfusioni, tute protettive, smaltimento rifiuti… Le cure rivolte al primo paziente a cui era stato diagnosticato il virus negli Stati Uniti sono costate almeno 18 mila dollari al giorno. La vicenda di Thomas Duncan, cittadino straniero inizialmente rifiutato dall’ospedale di Dallas dove poi era stato ricoverato, non ha mancato di suscitare polemiche.

“Sarei incline a pensare che coloro che non hanno l’assicurazione sanitaria non abbiano la stessa priorità di coloro che invece ce l’hanno”, ha detto il reverendo Jesse Jackson, noto attivista per i diritti civili.

E mentre i titoli delle aziende farmaceutiche al lavoro su una cura sono sulle montagne russe causa speculazione, per la Banca Mondiale è tempo di bilanci

Se l’epidemia si allargherà ad altri Paesi dell’Africa occidentale, i costi potrebbero superare i 32 miliardi di dollari entro fine 2015. Le Nazioni Unite si preparano ad agire: mercoledì è stata predisposta una missione apposita con un budget di quasi 50 milioni di dollari.

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