Egitto: la comunità internazionale si impegna a ricostruire la Striscia di Gaza

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La comunità internazionale riunita al Cairo in Egitto per la ricostruzione della Striscia di Gaza. L’Unione Europea ha promesso 450 milioni di euro, gli Stati Uniti circa 170 milioni di euro, il Qatar 800 milioni, il maggiore contributo. Ma non basta per il segretario di Stato statunitense, John Kerry, che ha esortato a riprendere i negoziati per una pace definitiva.

La questione fondamentale è il blocco che Israele impone sulla Striscia di Gaza, quest’estate colpita dall’operazione margine protettivo. “Aspettiamo con impazienza ulteriori impegni internazionali, non solo dal punto di vista finanziario”, dice Ehab Bsaiso, portavoce del governo palestinese, “ma anche sostegno politico per porre fine al blocco sulla Striscia di Gaza e sostegno al tentativo palestinese di porre fine all’occupazione”.

La revoca completa del blocco, in piedi da sette anni, è stata chiesta anche dal segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon, che martedì si recherà a Gaza. Se non sarà tolto, ha avvertito l’Omg Oxfam, il denaro dei donatori resterà fermo nei conti bancari.

“Gli aiuti in sé non possono garantire un futuro a Gaza. Deve esserci una soluzione politica”, sostiene Desmond Swayne, ministro britannico per lo sviluppo internazionale. “Non torneremo tra un altro paio d’anni a raccogliere denaro per ricostruire Gaza perché ridotta di nuovo in macerie”.

La soluzione politica è una sfida anche per il governo di unità palestinese che pochi giorni fa si è riunito per la prima volta a Gaza.

Mohammed Shaikhibrahim, euronews:
“C‘è una grande partecipazione internazionale a questa conferenza. Ma l’aspirazione politica non è rappresentata soltanto dall’offerta di finanziamenti per la Striscia di Gaza, è anche quella di raggiungere la fine del conflitto israelo-palestinese attraverso una soluzione a due Stati”.

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