Gli Stati Uniti potrebbero cambiare l’ordine delle priorità in Siria: secondo fonti non confermate, Barack Obama si starebbe convincendo che per battere l’Isis bisogna prima liberarsi di Assad, la cui aviazione sta continuando a bombardare le postazioni ribelli. L’Esercito Siriano Libero, considerato un’opposizione relativamente moderata ad Assad, sta combattendo su due fronti, contro Assad da una parte e contro milizie qaediste come Al Nusra dall’altra.
Gli Stati Uniti non vogliono entrare in questo conflitto estremamente caotico con truppe di terra, e quindi appoggiano l’opposizione siriana, armandola ma anche favorendone l’avanzata con raid aerei contro l’ISIS.
Nello stesso tempo, i Peshmerga curdi combattono a loro volta contro l’ISIS, mentre non sono direttamente coinvolti nel conflitto contro il regime di Damasco.
Al contrario, sono stati più volte attaccati dall’ala radicale dei ribelli siriani, proprio a causa della loro pretesa neutralità nei confronti di Damasco.
Oggi, a difesa di Kobane, città-simbolo della resistenza curda contro l’ISIS in Siria, combattono fianco a fianco curdi iracheni e siriani, appoggiati da un contingente dell’Esercito Siriano Libero e dai caccia statunitensi.