Klaus Iohannis annuncia l'inizio di una "nuova Romania"

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Una nuova Romania sta per cominciare. Lo ha detto Klaus Iohannis, leader del Partito Nazional liberale, commentando la sua vittoria alle elezioni presidenziali.

Un risultato che ha destato sorpresa. Il profilo di Iohannis è infatti atipico nel contesto politico di un Paese che resta il secondo più povero nell’Unione europea, 25 anni dopo la caduta del regime di Ceausescu.

Nel 1989, Iohannis ha trent’anni. Contrariamente a quanto fanno i suoi famigliari e migliaia di romeni che, come lui, sono di origine tedesca, Iohannis decide di non espatriare in Germania. Si avvia invece verso una carriera in politica.

Nel 2000, diviene sindaco di Sibiu, sua città natale in Transilvania. E’ qui che si costruisce la fama di buon amministratore. Sette anni più tardi, Sibiu viene designata capitale europea della cultura e comincia ad attrarre turisti.

Eppure, anche il curriculum di questo ex professore di fisica di 55 anni non è privo di macchie. L’Agenzia romena per l’Integrità gli rimprovera di aver ricoperto, al tempo stesso, sia la carica di sindaco che quella di presidente dell’azienda municipale delle acque: un’incompatibilità su cui si pronuncerà a giorni la Corte di cassazione.

Già nel 2009, Iohannis era stato proposto per la carica di primo ministro, ma sul suo nome c’era il veto di Traian Basescu, all’epoca appena rieletto presidente.

Nelle sue nuove funzioni di capo dello Stato,Iohannis si propone di attrarre gli investitori stranieri, riducendo la corruzione, investendo nella scuola e favorendo l’indipendenza della magistratura.

“Abbiamo bisogno di una politica che si tenga lontana dagli scandali e che si occupi dei problemi reali – ha detto durante la campagna elettorale – La politica-spettacolo non serve. Servono soluzioni per la Romania e per i romeni”.

Il sostegno dichiarato di cui gode presso la cancelliera tedesca Merkel potrà essergli di aiuto nello svolgere una funzione orientata principalmente verso la politica estera. Ma non solo. In Romania il presidente ha anche il potere di nominare primo ministro, giudici e procuratori, oltre che di ostacolare iniziative sgradite da parte del governo.

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