Il Giappone si incammina verso le elezioni anticipate del 14 dicembre prossimo. La Camera bassa è stata ufficialmente sciolta come richiesto da Shinzo Abe.
Il premier ha deciso di sciogliere anticipatamente il parlamento – due anni dopo l’elezione e due prima della scadenza naturale – per indire nuove elezioni che diano una legittimazione popolare alla sua decisione di rinviare dal 2015 al 2017 l’aumento dell’Iva.
Una sorta di referendum sulle sue proposte economiche di fronte alla recessione. Una mossa dettata dalla certezza di poter vincere.
“Non voglio esagerare, ma è una decisione molto cinica – sostiene l’analista politico, Koichi Nakano – I partiti che formano la coalizione di governo danno priorità ai propri interessi, rispetto a quelli del paese e degli elettori. E gli elettori non hanno una vera possibilità di scelta, perché i partiti dell’opposizione sono divisi e, in realtà, non hanno un progetto elettorale da proporre”.
Il premier uscente affronta questa nuova campagna elettorale da una posizione di forza. Il paese è sì tornato in recessione, ma l’Abenomics ha fatto volare l’export nipponico a un +9,6% su base annua e la disoccupazione è ai minimi degli ultimi 22 anni.