Voli cancellati, traghetti ancorati in porto e treni fermi in stazione. La Grecia è praticamente privata di trasporti per uno sciopero generale di 24 ore indetto dai due principali sindacati del Paese, che rappresentano circa due milioni e mezzo di lavoratori, sia del settore pubblico che di quello privato.
L’agitazione, la seconda dall’inizio dell’anno, è rivolta contro le misure di austerità e la legge di bilancio per il 2015.
“Scioperare è poca cosa – afferma un residente di Atene – deve succedere qualcosa di davvero grosso perché ormai siamo sul punto di gettarci dalla finestra”.
Dopo sei anni di recessione, la Grecia sembra aver ritrovato quest’anno un ritmo positivo di crescita. Ma l’austerità ha lasciato il segno: in agosto, il tasso di disoccupazione sfiorava il 26 per cento.
Il governo di Atene è sotto pressione da parte della troika, che esige nuovi tagli di spesa. L’incontro a Parigi tra i responsabili dell’esecutivo greco e quelli dell’Unione europea, della Banca centrale e del Fondo monetario internazionale si è concluso con un nulla di fatto. Atene punta a concludere i negoziati entro l’8 dicembre.