Per migliaia di rifugiati siriani potrebbe non esserci alternativa a tornare nel Paese devastato dalla guerra civile, dopo lo stop agli aiuti da parte del Programma alimentare mondiale.
Per mancanza di fondi, l’agenzia dell’Onu è stata costretta a sospendere i voucher per l’acquisto di generi alimentari destinati a un milione e settecento mila profughi in Libano, Giordania, Turchia, Iraq ed Egitto.
Un taglio che aggrava il disagio di chi, come questa donna nel campo libanese di Marej, già si lamenta per la mancanza di protezione dal freddo:
“Devo ringraziare un vicino – dice – se ho un materasso su cui far dormire i miei tre figli”.
Assia dorme in una tenda poco lontano. “Qui non si riesce a stare al caldo, nemmeno con la stufa accesa – dice – Tutt’intorno c‘è fango. E’ da un anno che sono in Libano. Sopravvivo soltanto grazie agli aiuti alimentari dell’Onu. Non mi resta nient’altro”.
Dall’inizio del conflitto in Siria, nel 2011, il Programma alimentare mondiale ha sostenuto milioni di profughi, dentro e fuori i confini del Paese. Per finanziare un mese di aiuti, i Paesi donatori dovrebbero onorare gli impegni, versando 64 milioni di dollari.