Messico: identificati resti di uno dei 43 studenti scomparsi. Vacilla presidenza di Enrique Peña Nieto

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Identificati in Messico i resti di uno dei 43 giovani forse uccisi dai narcotrafficanti.

Potrebbe essere la prima vittima di un massacro. Il sospetto è che sia stata un’esecuzione di massa. Le vittime, secondo le indagini di alcuni media, sarebbero poi state bruciate per renderle irriconoscibili, e gettate in una discarica.

Alla disperazione delle famiglie fa da contraltare la reazione delle autorità nazionali che invitano a voltare pagina. Stavolta però, l’indignazione è troppo forte e questa tragedia mette seriamente a rischio il destino dell’esecutivo e del presidente Enrique Peña Nieto. In migliaia chiedono giustizia in tutto il paese. A indignare un’intera nazione soprattutto i motivi di questo probabile massacro: gli studenti sarebbero stati rapiti e poi uccisi su iniziativa dell’ex sindaco di Iguala, José Luis Abarca, e di sua moglie, sorella di tre trafficanti di droga molto noti. La coppia, che è stata arrestata, secondo gli inquirenti temeva che l’arrivo in città degli studenti, attivi politicamente, disturbasse un evento pubblico promosso dallo stesso Pineda.

La notizia dell’avvenuta identificazione dei resti è stata diffusa all’inizio attraverso i social network. I periti argentini che hanno recuperato i resti avrebbero confermato. A quel punto le autorità non sarebbero più riuscite a coprire la cosa che ha gettato benzina sul fuoco delle proteste.

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