Il Parlamento di Atene approva il budget per il 2015. Una legge di bilancio che non è sufficiente secondo le richieste della troika ma che allo stesso tempo viene contestata dai cittadini, come tutte le politiche di austerità di un Paese che ha pagato caro la crisi economica.
“Per la prima volta dopo decenni il nostro Paese ha raggiunto quest’anno il pareggio di bilancio. È un momento storico” ha affermato il Premier conservatore Antonis Samaras.
Parole incomprensibili almeno per quei cittadini ellenici scesi in strada a manifestare contro il governo. Ma più in generale contro le forze politiche e contro un sistema che viene percepito come distante e inaffidabile. Sabato una marcia di commemorazione di Alexis Grigoropoulos, ucciso nel 2008 dalla polizia, è sfociata in scontri con le forze dell’ordine.
“Qui tutti vogliono che il governo se ne vada” dice un manifestante. “Saremmo ben contenti di vedere un nuovo governo, capace di controllare la situazione invece che peggiorare le cose giorno dopo giorno”.
“Il messaggio di questa manifestazione è un messaggio di protesta e resistenza contro tutte le politiche di governo. Quando è troppo è troppo. Basta tagli alle pensioni, ai salari, alla sanità, all’educazione” dice un manifestante, rappresentante di un’associazione di insegnanti.
È in questo clima di tensione sociale e instabilità politica che il Parlamento si accinge ad eleggere un nuovo Presidente della Repubblica.
Il nostro corrispondente ad Atene Stamatis Giannisis: “Il governo ha forse vinto oggi, ma i suoi problemi sono ben lungi dall’essere finiti e il Parlamento ellenico dovrà eleggere presto un nuovo Presidente della Repubblica con una maggioranza richiesta minima del 60%. Numeri che al momento sembrano irraggiungibili per l’esecutivo e questa finanziaria potrebbe essere la sua ultima”.