Sarà il primo Natale senza i loro figli. Hanno organizzato una veglia di preghiera e una manifestazione per chiedere giustizia, le famiglie dei 43 studenti messicani scomparsi a settembre nello stato di Guerrero.
Le indagini hanno rivelato la storia di un massacro, condotto da membri corrotti della polizia e da narcotrafficanti. Gli studenti sono stati uccisi, i loro corpi inceneriti e gettati in una discarica. Al momento è stato possibile il riconoscimento solo di uno di loro.
“Abbiamo detto più volte che non ci fermeremo fino a quando non li avranno trovati. Oggi per noi non è Natale perché c‘è qualcuno di importante che manca in ogni famiglia. Non possiamo dire buon Natale perché i nostri cuori non sono felici. Al contrario c‘è tanto dolore tra noi”, dichiara il padre di uno degli scomparsi.
In carcere sono finiti l’allora sindaco di Iguala José Luis Abarca e sua moglie Maria de Los Angeles Pineda, sorella di tre potenti narcos. Contro di loro gli studenti avevano organizzato il 26 settembre una manifestazione. La polizia l’aveva repressa uccidendo parte dei giovani e consegnando gli altri ai trafficanti.