Alla fine anche l’orgogliosa Banca del Giappone è stata costretta ad ammetterlo: per raggiungere l’obiettivo del 2% di inflazione ci vorrà ben più del previsto. Al taglio dell’aumento dei prezzi previsto per l’anno fiscale che inizierà ad aprile – soltanto l’1% – la Nippon Ginko non ha voluto però far seguire un ulteriore allentamento monetario.
Mentre il calo del prezzo del petrolio (e di riflesso dei carburanti) peserà sull’inflazione di breve termine, la speranza è quella di una ripresa dei consumi e di un aumento nel lungo termine.
Il raggiungimento dell’obiettivo è tuttora previsto per il 2016 e la banca centrale, pur mantenendo a 80 mila miliardi di yen l’allargamento della base monetaria annuale, ha esteso le scadenze dei suoi programmi per aumentare l’offerta di credito delle banche.