Tornano a intensificarsi i combattimenti nell’est dell’Ucraina, su tutto il fronte sul quale si combattono l’esercito e i separatisti. Lo scontro coinvolge ormai anche la città portuale di Mariupol, finora saldamente sotto controllo governativo e prossimo obiettivo dei ribelli, che ne bombardano i sobborghi.
La sua posizione è strategica anche per l’accesso all’altra area ormai separata dall’Ucraina, la Crimea.
Kiev torna a puntare il dito contro Mosca.
Il portavoce dell’esercito ucraino Volodymyr Polyovy ha affermato che “nelle zone del confine di Stato che non sono sotto il nostro controllo arrivano armi, munizioni, carburante dalla Russia, destinati ai ribelli. Vediamo aumentare i carri armati, i veicoli blindati, i lanciarazzi Grad e Uragan nell’area di Debaltseve”.
Accuse rigettate dai ribelli, che sembrano anche rifiutare l’ipotesi di un’intesa per cessare le ostilità.
Un soldato filorusso ritiene che “un altro accordo di pace sarebbe inutile e non necessario, perché sare