Indebolita dallo scandalo corruzione che investe la compagnia petrolifera brasiliana Petrobras, la presidente del Brasile, Dilma Rousseff, ha promesso dialogo con i manifestanti che domenica si sono mobilitati in massa per contestare il suo governo.
Un tentativo di risalire la china, cinque mesi dopo le elezioni che l’erede politica di Lula ha vinto con uno stretto margine.
“Tutti noi – ha detto – concordiamo con la richiesta che arriva dalla gente e abbiamo la ferma intenzione di prendere misure per intensificare la lotta contro la corruzione”.
Una necessità sempre più impellente, tanto più dopo che l’inchiesta Petrobras ha coinvolto anche il tesoriere del Partito dei Lavoratori, incriminato per aver sollecitato tangenti sotto forma di donazioni elettorali.
Paulo Baia, analista politico, sostiene che le proteste di domenica siano rappresentative della frustrazione prevalente in ampi strati della società brasiliana. “E’ certo che cresceranno – afferma – se la presidente non ado