“Che cosa può fare l’Europa contro il “geoblocking”, che sta limitando il commercio elettronico tra i diversi Paesi dell’Unione europea? “ chiede Orla, da Dublino.
Risponde Ursula Pachl, vice direttore generale del Beuc (European Consumer organisation).
Oggi soltanto il 15% dei consumatori compra online in un altro Paese. Ci sono diverse ragioni per cui sono ancora così pochi. Un motivo è la mancanza di fiducia. Molti sono preoccupati per la consegna, per il pagamento in anticipo o per quello che potrebbe succedere se qualcosa non va a buon fine. Ma un’altra ragione frequente è il cosiddetto “geoblocking”.
Il geo-blocking è la pratica utilizzata dai fornitori di servizi online che limitano l’accesso ai contenuti a seconda del Paese di residenza.
Spesso accade di arrivare alla fine del processo di acquisto e di ricevere un messaggio che dice: sfortunatamente non possiamo consegnare nel suo Paese.
Il consumatore viene dirottato nel sito di ecommerce locale del venditore, che pro