‘Apriti sesamo’. Da questo lunedì, per la prima volta nella storia, gli stranieri hanno avuto accesso a una delle piazze finanziarie più blindate del Pianeta: quella dell’Arabia Saudita, il Paese più ricco del Golfo, il quale punta a diversificare la sua economia dal petrolio attirando capitali dall’estero.
Nel primo giorno di contrattazione, per la verità, i listini hanno ceduto cinque punti percentuali. Normale, spiegano gli esperti: prima di aumentare gli scambi gli stranieri dovranno fare bene i conti con i tanti regolamenti a cui devono sottostare: solo intermediari con una certa quantità di asset gestiti (5 miliardi di dollari) e numerosi limiti alle quote acquistabili nelle singole imprese saudite.
Sei società rimangono ancora completamente inaccessibili ai capitali stranieri. Cinque sono imprese immobiliari che operano nella città sante della Mecca e Medina. La sesta è l’azienda statale di trasporti marittimi.